Ancora sugli acuti
30/07/2011
Ciao Giulia, sono un tenore lirico spinto, ho 32 anni e ho un "grande" dubbio riguardo gli acuti. Sono arrivato al punto di non condividere alcune cose con il mio Maestro che ritengo essere comunque un bravo insegnante.
Innanzitutto volevo sapere se sei d'accordo con me che gli acuti si possono studiare, oppure pensi che uno li deve avere per natura? Non penso di avere difficoltà nella zona acuta ma siccome il mio Maestro non sa cosa dirmi riguardo questo argomento se non: (sono arrivato a questa conclusione) "cerca di sbadigliare, lascia la gola aperta, o, devi avere un suono puntuto avanti ma largo ietro"...tutto giusto quando si parla di canto siamo tutti dei bravi maestri ma nella pratica è un pò più difficile, navigo un pò all'oscuro.
Non so cosa fare, sono in una fase dello studio un pò critica, dopo aver vinto una importante audizione mi sembra di essermi fermato, non sò come risolvere il "problema" degli acuti; quando vocalizzo in velocità arrivo fino ad un Re sovracuto ma quando si tratta di fermarsi sull'acuto, si mettono in moto meccanismi che mi portano in errore e faccio difficoltà a tenere anche un Si naturale,cerco di
sperimentare un pò da solo, ma non vorrei perdere troppo tempo. Negli acuti ho capito che il suono deve stare nella zona del palato molle, anche se il mio Maestro dice che non è così, e nel momento che l'acuto non viene bene fa riferimento al diaframma; io sono convinto che se il suono se è messo bene non c'è diaframma che regga, nel senso che il diaframma è una conseguenza della giusta posizione dei suoni. La zona centrale mi sembra messa abbastanza bene, così come anche il "passaggio" (brutta parola, ma
si fà per capirsi), allora perchè gli acuti faticano?
Spero tu mi possa aiutarmi, e se possibile indicarmi qualcuno in grado di risolvere o quanto meno chiarirmi le idee a riguardo.
Grazie mille.
Guido
Caro Guido,
mi sembra che tu abbia bisogno di un confronto con un altro insegnante. Al di là delle spiegazioni poco chiare che il tuo maestro ti dà sugli acuti, si avverte nella tua email una perdita di fiducia nella sua capacità d'insegnamento.
Questa da sola basta a far regredire perfino la tecnica e contribuisce al nascere di insicurezze e dubbi.
Oggi, poi, la conoscenza della fisiologia della voce e della meccanica laringea e diaframmatica, diffusa grazie agli studi di importanti figure nel campo vocale, non giustificano più del tutto il ricorso ad immagini astratte, che pure sono utilissime in certi casi e sulle quali si è basato l'insegnamento del canto da sempre e fino a pochi anni fa.
Per dirlo in una battuta: oggi è possibile vederci chiaro.
Tutto questo non significa però che raggiungere la forma e una consolidata tecnica vocale passi solo attraverso spiegazioni scientifiche: sarebbe troppo facile...
Per cantare bene si devono unire sinergicamente razionalità e intuizione, conoscenza e fantasia...
Nel tuo caso però credo che tu abbia proprio bisogno di chiarirti le idee sul piano meccanico-funzionale.
Se mi dai indicazioni geografiche di dove ti trovi e se sei disposto a spostarti per studiare posso senz'altro darti delle indicazioni.
Un caro saluto
Innanzitutto volevo sapere se sei d'accordo con me che gli acuti si possono studiare, oppure pensi che uno li deve avere per natura? Non penso di avere difficoltà nella zona acuta ma siccome il mio Maestro non sa cosa dirmi riguardo questo argomento se non: (sono arrivato a questa conclusione) "cerca di sbadigliare, lascia la gola aperta, o, devi avere un suono puntuto avanti ma largo ietro"...tutto giusto quando si parla di canto siamo tutti dei bravi maestri ma nella pratica è un pò più difficile, navigo un pò all'oscuro.
Non so cosa fare, sono in una fase dello studio un pò critica, dopo aver vinto una importante audizione mi sembra di essermi fermato, non sò come risolvere il "problema" degli acuti; quando vocalizzo in velocità arrivo fino ad un Re sovracuto ma quando si tratta di fermarsi sull'acuto, si mettono in moto meccanismi che mi portano in errore e faccio difficoltà a tenere anche un Si naturale,cerco di
sperimentare un pò da solo, ma non vorrei perdere troppo tempo. Negli acuti ho capito che il suono deve stare nella zona del palato molle, anche se il mio Maestro dice che non è così, e nel momento che l'acuto non viene bene fa riferimento al diaframma; io sono convinto che se il suono se è messo bene non c'è diaframma che regga, nel senso che il diaframma è una conseguenza della giusta posizione dei suoni. La zona centrale mi sembra messa abbastanza bene, così come anche il "passaggio" (brutta parola, ma
si fà per capirsi), allora perchè gli acuti faticano?
Spero tu mi possa aiutarmi, e se possibile indicarmi qualcuno in grado di risolvere o quanto meno chiarirmi le idee a riguardo.
Grazie mille.
Guido
Caro Guido,
mi sembra che tu abbia bisogno di un confronto con un altro insegnante. Al di là delle spiegazioni poco chiare che il tuo maestro ti dà sugli acuti, si avverte nella tua email una perdita di fiducia nella sua capacità d'insegnamento.
Questa da sola basta a far regredire perfino la tecnica e contribuisce al nascere di insicurezze e dubbi.
Oggi, poi, la conoscenza della fisiologia della voce e della meccanica laringea e diaframmatica, diffusa grazie agli studi di importanti figure nel campo vocale, non giustificano più del tutto il ricorso ad immagini astratte, che pure sono utilissime in certi casi e sulle quali si è basato l'insegnamento del canto da sempre e fino a pochi anni fa.
Per dirlo in una battuta: oggi è possibile vederci chiaro.
Tutto questo non significa però che raggiungere la forma e una consolidata tecnica vocale passi solo attraverso spiegazioni scientifiche: sarebbe troppo facile...
Per cantare bene si devono unire sinergicamente razionalità e intuizione, conoscenza e fantasia...
Nel tuo caso però credo che tu abbia proprio bisogno di chiarirti le idee sul piano meccanico-funzionale.
Se mi dai indicazioni geografiche di dove ti trovi e se sei disposto a spostarti per studiare posso senz'altro darti delle indicazioni.
Un caro saluto
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