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News    |    anno 2018

Vicenza in lirica presenta Polidoro di Antonio Lotti

domenica 02
set 2018
Emozione ormai palpabile per la prima mondiale in tempi moderni del “Polidoro” di Antonio Lotti, su libretto di Agostino Piovene, gioiello da scoprire della grande musica barocca che il Festival “Vicenza in Lirica”, con la direzione artistica di Andrea Castello, proporrà giovedì 6 e venerdì 7 settembre alle 20.45, al Teatro Olimpico di Vicenza, con la direzione musicale di Francesco Erle e la regia di Cesare Scarton.

Una prima esclusiva, di grande interesse per il mondo degli “addetti ai lavori”, ma di assoluto fascino anche per il pubblico in generale, che avrà l’occasione di partecipare ad un evento unico: il ritorno sul palcoscenico, a 304 anni di distanza, di un capolavoro che nel Carnevale del 1714, al Grimani di Venezia, vide lo stesso Lotti dirigere quello che oggi si definirebbe un cast stellare, con alcuni tra i più grandi nomi della lirica del tempo.

Per realizzare al meglio questa delicata e importante operazione musicale e teatrale, “Vicenza in Lirica” mette in campo – fedele alla formula che da sempre le è propria – operatori esperti come Erle e Scarton e giovani talenti, scelti attraverso un’audizione che la scorsa primavera ha richiamato a Vicenza, da tutta Europa, una sessantina di voci barocche emergenti, tra le quali sono state scelte quelle di Davide Giangregorio (Polinestore), Anna Bessi (Iliona), Federi­co Fiorio (Polidoro), Danilo Pastore (Deifilo), Luca Paro­lin ed Enrico Torre (Pirro), Maria Elena Pepi (Andromaca) e Patrizio La Placa (Darete).

Sul versante musicale, il M° Erle non ha dubbi: «Sono sicuro – afferma il direttore d’orchestra, che del “Polidoro” ha curato anche l’edizione, a quattro mani con Franco Rossi – che quest’opera susciterà profonda meraviglia per la scrittura che la contraddistingue, piena di invenzioni nelle arie, con una vena melodica fresca, innovativa, tale da rivelare la mano di uno dei modelli di Vivaldi. Non inferiore sarà l'impatto con la scrittura del recitativo, che, contrariamente al discepolo più famoso, Lotti componeva con mano sapiente nella differenziazione drammatica, con varietà di accenti e sagace uso della retorica musicale».

Quanto alla regia, Scarton anticipa alcuni aspetti di quella che sarà la sua lettura: «”Polidoro” è un lavoro barocco tipico nella struttura drammaturgica – dichiara -, ma collocarlo all’Olimpico rappresenta una sfida. Questo teatro per me è un “monstrum”, un edificio di una bellezza sconvolgente e un teatro unico: per questo ho escluso una messa in scena moderna e che non lo rispetti, optando per un’impostazione che, nella forma, coniughi l’edificio del Cinquecento e i costumi sfarzosi tipici dei primi del Settecento. In questo quadro punteremo a trarre il massimo dal testo, aulico, intriso di passioni forti e contrastanti. Ai giovani cantanti – conclude Scarton – chiederò una recitazione che renda giustizia ai sentimenti estremi proposti del melodramma, ma che nel contempo sia credibile, così da portare il pubblico ad immedesimarsi, come al cinema o davanti alla televisione: perché sono convinto che se l’immedesimazione del pubblico non funziona, l’opera muore».

www.vicenzainlirica.it
 
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