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News    |    anno 2016

“La serva padrona” di Pergolesi a Vicenza in Lirica

lunedì 29
ago 2016
L'8 settembre  un duplice e prestigioso appuntamento alle Gallerie d'Italia di Palazzo Leoni Montanari accoglierà il decimo titolo del Festival "Vicenza in Lirica", organizzato ed ideato dall'Associazione "Concetto Armonico" con il sostegno e l'ospitalità del Comune di Vicenza e delle Gallerie d'Italia - Palazzo Leoni Montanari.
 
Alle ore 17.00 infatti Alessandro Cammarano, critico musicale e vicedirettore della testata Opera Click, ci accompagnerà alla scoperta dell'intermezzo "La serva padrona" di G.B. Pergolesi che troverà subito dopo la sua prestigiosa ambientazione nel suggestivo cortile di Gallerie d'Italia - Palazzo Leoni Montanari, splendido gioiello di architettura barocca, in una 'piece' in allestimento demi-stage curata da Andrea Castello e i costumi della Sartoria Sattin di Vicenza.
 
I giovani interpreti Davide Giangregorio (scelto tra i finalisti del Sarzana Opera Festival) e Ilenia Tosatto, saranno accompagnati dal M° Alberto Maron (Primo premio “Claudio Abbado 2015 - strumenti antichi) ed il suo ensemble “Corte Armonica”, mentre il ruolo di Vespone sarà interpretato da un personaggio assai noto al pubblico di “Vicenza in Lirica”.
 
Il noto intermezzo “La serva padrona” di G. B. Pergolesi gode da sempre di grande fortuna di pubblico per quel suo porsi a metà tra le composizioni a lei precedenti di tipo brillante e la cosiddetta 'opera buffa' in cui i caratteri vengono maggiormente sviluppati con connotazioni di maggior espressiva teatralità.

Composta in occasione delle celebrazioni per il compleanno di Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel, la partitura ebbe la sua  prima rappresentazione al Teatro di San Bartolomeo a Napoli il 28 agosto del 1733 quale Intermezzo dell'opera  “Il prigionier superbo”, dello stesso autore e, già dal suo esordio, il suo successo superò di gran lunga il dramma serio e la sua fortuna  giunse intatta fino ad oggi.
La 'liaison' vissuta, a suon di battibecchi e sfuriate, tra Serpina ed il suo padrone Uberto sotto gli occhi attoniti del servo Vespone (che non dice una sillaba ma che è teatralmente fondamentale) ricalca, negli schemi tradizionali, l'opera di genere approfondendone però gli aspetti più marcatamente psicologici. Non esistono schemi fissi nella 'piece' ma il tutto si apre ad una dimensione in cui il ruolo comincia ad avere il sopravvento ed a prendere corpo man mano.
 
Con Pergolesi i caratteri cominciano ad avere sempre meno le sembianze di marionette dai tratti scolpiti nel legno ed i movimenti guidati da fili (in questo caso musicali) ma cominciano ad avere una maggior mobilità espressiva, che li avvicina a burattini e che la partitura guida ed umanizza.
 
Seguirà drink.

www.vicenzainlirica.it
 
 
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