Alfonso
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discussione iniziata il: 02/02/2012 11:51 |
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Salve a tutti,
utilizzo questo interessante spazio per gettare nello stagno un seme di discussione circa l'uso corretto di un termine che mi lascia francamente perplesso. Parlo dell'espressione "PIUTOSTO CHE".
Ho sempre pensato che tale termine, derivante dalle due parole PIU' e TOSTO, serva per esprimere la differenza di peso in una scala di preferenze, di qualcosa rispetto ad un altra (es: la mattina preferisco fare colazione con i cereali piuttosto che con i biscotti). In questo caso uso il "piuttosto che" per far capire che tra le mie preferenze occupa una posizione prevalente il fare colazione con i cereali rispetto alla scelta dei biscotti.
Premesso questo noto sempre più spesso che la la stessa espressione viene invece inserita in una frase con la funzione di "oppure" per indicare delle alternative ad una scelta che pero' , rispetto al primo caso, sono equivalenti e vengono messe sullo stesso piano. In questo caso la stessa frase dell'esempio cambia completamente di significato perchè invece di esprimere la mia preferenza dei cerali rispetto ai biscotti, mette entrambi i prodotti sullo stesso piano.
Questo crea un bel problema nella vita di tutti i giorni perchè il gestore di un bed & breakfast che ha finito i cereali e si sente rispondere alla domanda posta ad un cliente: "cosa preferisce domani mattina che le serva per colazione", con la frase riportata nell'esempio, non dormirà tutta la notte con il dubbio che i biscotti rimasti nella dispensa possano soddisfare o meno le esigenze di ristorazione dell'avventore! :-)))))))
A parte gli scherzi. Credo che l'uso corretto del "piuttosto che" sia da ricercare nella sua vocazione di "indicatore di preferenza di qualcosa rispetto a qualcos'altro" e che il suo utilizzarlo come sostituto di "oppure" sia ambiguo, inutile e "barocco"!
Voi che ne pensate?
Alfonso |