MARIA STUARDA di Gaetano Donizzetti - Trama, Libretto, Opera completa e Personaggi
L’opera “Maria Stuarda” ha avuto una genesi travagliata: il debutto, inizialmente previsto per il 6 luglio, fu rinviato a causa delle censure che il giovane librettista Giuseppe Bardari dovette affrontare. Inoltre, una zuffa tra le protagoniste Giuseppina Ronzi de Begnis e Anna del Serre durante le prove, culminata in insulti e accuse di favoritismi, esasperò il compositore Donizetti. Nonostante l’opposizione della censura borbonica, che costrinse a cambiare il titolo in “Buondelmonte” con un nuovo libretto di Pietro Salatino, l’opera debuttò grazie all’insistenza della cantante Maria Malibran. Tuttavia, fu ritirata dopo sei rappresentazioni per il tema controverso e la scarsa forma della Malibran. Dopo qualche ripresa nei cinque anni successivi, l’opera cadde nell’oblio fino alla “Rinascita di Donizetti” nel XX secolo e la diffusione dell’edizione critica negli anni ’90.
- Elisabetta, regina d'Inghilterra, soprano
- Maria Stuarda, regina di Scozia, prigioniera in Inghilterra, soprano
- Roberto, conte di Leicester, tenore
- Giorgio Talbot, conte di Shrewbury, basso
- Lord Guglielmo Cecil, gran tesoriere, basso
- Anna Kennedy, nutrice di Maria, mezzosoprano
- Coro di Cortigiani, Famigliari di Maria, Cacciatori
Leicester incontra Talbot, che gli consegna un documento: è da parte di Maria, che Talbot ha appena visitato (Questa immagine, questo documento). Insospettita, Elisabetta riesce a ottenere il foglio e lo legge. Maria, attraverso Leicester, chiede un incontro con la Regina nella prigione di Forteringa. Elisabetta, sorpresa, insinua che Leicester abbia sentimenti per la sua rivale. Alla fine, accecata dalla gelosia, decide di recarsi a Forteringa (Era l’immagine dell’amore - Sulle tempie della rivale).
Maria, reclusa nel castello di Forteringa, rievoca i bei momenti della sua infanzia in Francia con la nutrice Anna (Oh nube leggera). La sua quiete è interrotta dai suoni delle trombe da caccia. Arriva Leicester, spiegando a Maria che la caccia è solo un pretesto per Elisabetta per vederla. Roberto le raccomanda di mantenere la calma di fronte alla Regina (Abbandonata da tutti).
Elisabetta arriva a Forteringa con il suo seguito: l’incontro imminente tra le due Regine genera una tensione palpabile. Maria, scortata da Talbot, finalmente si presenta (È sempre la stessa), implorando la pietà della cugina (Morta al mondo e al trono). Tuttavia, Elisabetta la accusa di crimini: infedeltà coniugale, coinvolgimento nella morte del secondo marito Enrico Stuart, e numerose cospirazioni a lei attribuite. Maria, inizialmente supplicante, esplode di rabbia e copre Elisabetta di insulti (Figlia impura di Bolena). Infuriata, Elisabetta la fa arrestare e minaccia di condannarla a morte.
Elisabetta, nei suoi appartamenti, è indecisa se ordinare l’esecuzione di Maria, come le consiglia insistentemente Cecil. L’arrivo di Leicester fa riaccendere in lei la gelosia, e nemmeno le preghiere del suo amato la smuovono dalla sua decisione (D’una sorella, o barbara).
Nel castello, Maria teme che la regina si vendichi su Leicester. Talbot e Cecil arrivano per confermare la sua condanna. Maria, cattolica, rifiuta di essere confessata da un pastore protestante, come le offre Cecil. Rimasta sola con Talbot, confessa i suoi peccati (l’infedeltà coniugale e il coinvolgimento nel complotto Babington). Talbot le concede l’assoluzione (Quando di luce rosea).
Maria è pronta per essere decapitata: i suoi cari e Anna la aspettano per vederla un’ultima volta (Avete visto? - Abbiamo visto). Maria appare e chiede a tutti di pregare per la sua anima (Deh, tu di un’umile preghiera). Il primo colpo di cannone annuncia l’arrivo di Cecil, che chiede a Maria l’ultimo desiderio: lei vuole solo Anna accanto a sé sul patibolo. Leicester, furioso, entra e maledice l’ingiustizia della morte dell’amata. Maria lo prega di perdonare, come lei ha perdonato i suoi assassini, e si avvia verso il patibolo (Ah, se un giorno da queste sbarre).
Gaetano Donizetti
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