LA FORZA DEL DESTINO di Giuseppe Verdi - Trama, Libretto, Opera completa e Personaggi
- Il marchese di Calatrava - basso
- Donna Leonora, figlia del marchese - soprano
- Don Carlo di Vargas, figlio del marchese - baritono
- Don Alvaro - tenore
- Padre guardiano, francescano - basso
- Fra Melitone, francescano - baritono
- Preziosilla, giovane zingara - mezzosoprano
- Curra, cameriera di Leonora - mezzosoprano
- Un alcalde - basso
- Mastro Trabuco, mulattiere, poi rivendugliolo - tenore
- Un chirurgo, militare spagnolo - basso
La scena si svolge a Siviglia, dove Leonora e don Alvaro, per evitare che il padre di lei, il marchese di Calatrava, si opponga alle loro nozze, decidono di lasciare la città. Leonora è però affezionata al padre e medita sull'incertezza del proprio destino. L'arrivo di Alvaro le fa svanire i dubbi, ma i due vengono sorpresi dal padre, il quale rinnega la figlia e fa arrestare il giovane che si dichiara unico colpevole e pronto ad essere punito del marchese. Gettando l’arma però parte un colpo accidentale che uccide il marchese. I due amanti scappano nella notte.
Secondo atto
Passa circa un anno e mezzo, don Carlo, fratello di Leonora, è deciso a vendicare la morte del padre e ricerca gli amanti. Giunto in un'osteria si spaccia per uno studente: qui vi sono pellegrini, la zingara Preziosilla, un mulattiere, soldati e la Leonora travestita da uomo. Essa si sta dirigendo al Monastero della Vergine degli Angeli, dove intende diventare eremita. Dal racconto di don Carlo Leonora scopre che don Alvaro, creduto morto, è ancora in vita, e teme per la propria stessa incolumità.
Giunta al monastero, si affida alla Vergine chiedendo che i propri peccati siano perdonati. In colloquio con il padre guardiano, rivela la propria identità e il desiderio di espiazione. Egli l'avverte che la vita che l'attende è piena di stenti e cerca di convincerla per l'ultima volta a ritirarsi in convento invece che in una misera grotta. Leonora non cede, pertanto le consegna un saio, e chiama i monaci che maledicono chiunque oserà infrangere l'anonimato dell'eremita, rivolgendosi alla Madonna.
Terzo atto
Passano alcuni anni, è notte, in Italia, vicino Velletri, ed è in atto una lotta tra gli spagnoli e gli imperiali. Don Alvaro guida i granatieri spagnoli e, non potendo sopportare oltre le sue sventure, spera di morire sul campo. Ripensando al suo passato di orfano, figlio di discendenti della famiglia reale Inca, ricorda la notte fatale in cui vide per l'ultima volta Leonora, convinto che essa sia morta.
Sentendo lamentarsi un soldato in difficoltà, egli accorre in suo aiuto e gli salva la vita: l'uomo è don Carlo, che però non riconosce il giovane. I due si giurano amicizia eterna, ma il giorno dopo Alvaro cade ferito e viene trasportato da don Carlo. Alvaro, sul punto di morte, affida a Carlo una valigia con un plico sigillato contenente un segreto che non dovrà mai essere rivelato: alla sua morte dovrà essere bruciato.
Carlo giura di farlo, ma una volta rimasto solo, insospettito, apre la valigia, dentro la quale trova un ritratto della sorella Leonora: confermati i suoi sospetti, sfida don Alvaro a duello. I due hanno già incrociato le spade quando sopraggiunge la ronda: Alvaro scappa e trova rifugio in un monastero. All’accampamento, nel frattempo, ricomincia la vita di sempre: la zingara Preziosilla predice il futuro e incita i soldati alla battaglia.
Quarto atto
Passa oltre un lustro, nei pressi del Monastero degli Angeli il frate Melitone distribuisce la minestra ai poveri, i quali, lamentandosi per il suo comportamento, rimpiangono l'assenza del padre Raffaele, il nome scelto da don Alvaro al momento dell'entrata in monastero.
Lo stesso padre Raffaele è richiesto da don Carlo, che, scoperto il nascondiglio di don Alvaro, lo sfida ancora a duello. In un primo momento don Alvaro rifiuta, ma, sentendosi chiamare codardo e mulatto, si prepara alla sfida.
Nella la grotta dove si è da tempo ritirata, Leonora si riconosce ancora innamorata di don Alvaro e piange il proprio destino. Sentendo dei rumori nelle vicinanze, si rifugia nella grotta, ma è richiamata proprio da don Alvaro che, avendo ferito don Carlo a morte, cerca un confessore per dare all’uomo morente gli ultimi conforti. Leonora, spaventata, chiama aiuto ma, inaspettatamente riconosciuta dal giovane, si ricongiunge con lui. Messa al corrente del ferimento di don Carlo, si precipita da lui che, ancora ossessionato dal desiderio di vendetta, la pugnala. Raggiunta dal padre guardiano, Leonora spira tra le braccia di don Alvaro, augurandosi di ritrovarlo in cielo. Egli, rimasto ormai solo, maledice ancora il proprio destino.
Direttore: Francesco Molinari-Pradelli
Teatro San Carlo, 1958.
Leonora - Renata Tebaldi
Don Alvaro - Franco Corelli
Don Carlo - Ettore Bastianini
Guardiano - Boris Christoff
Preziosilla - Oralia Dominguez
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