IL TROVATORE di Giuseppe Verdi - Trama, Libretto, Opera completa e Personaggi
- Il conte di Luna, giovane gentiluomo aragonese (baritono)
- Leonora, dama di compagnia della principessa d'Aragona (soprano)
- Azucena, zingara della Biscaglia (mezzosoprano o contralto)
- Manrico, il trovatore presunto figlio di Azucena (tenore)
- Ferrando, capitano degli armati del conte di Luna (basso)
- Ines, ancella di Leonora (soprano)
- Ruiz, soldato al seguito di Manrico, messaggero (tenore)
- Un vecchio zingaro (basso)
- Un messo (tenore)
- Compagne di Leonora e religiose, familiari del conte, uomini d'arme, zingari e zingare (coro)
L’azione si svolge all’inizio del secolo XV
La vicenda si apre nel castello dell'Aljafería a Saragozza. Il Conte di Luna è perdutamente innamorato di Leonora, dama della corte reale, ma il suo amore non è ricambiato. Ogni notte si apposta davanti alla sua porta sperando di incontrarla. Mentre si consuma nella passione, Ferrando, capitano delle sue guardie, narra ai soldati e ai servitori la tragica storia del fratello minore del Conte. Anni prima, un bambino era stato rapito da una gitana per vendicare la morte della madre, condannata al rogo dal precedente Conte con l'accusa di stregoneria. La zingara avrebbe poi gettato il bambino nelle fiamme dove era morta sua madre, il cui spirito si dice infesti ora il castello. Questo crimine riaccende la furia dei soldati, che invocano la morte della colpevole.
Nel frattempo, Leonora confida alla sua ancella Inés di essere innamorata di un misterioso trovatore che ogni notte le canta una serenata con il suo liuto. Racconta come si siano incontrati a un torneo, ma poi il trovatore era stato costretto a fuggire perché seguace del conte di Urgel, nemico giurato del Conte di Luna. Quest'ultimo decide finalmente di dichiararsi a Leonora, ma mentre si avvicina, ode la voce del rivale intonare una canzone d’amore. Leonora, confusa dall’oscurità, scambia il Conte per il suo amato e lo abbraccia. Quando il Trovatore li vede insieme, si sente tradito, ma Leonora gli giura il suo amore. Questo scatena l’ira del Conte, che sfida il rivale a duello. Solo allora il Trovatore si rivela: è Manrico, un seguace del Conte di Urgel. Leonora sviene mentre i due si preparano a combattere.
Atto Secondo
In un accampamento ai piedi di una montagna, un gruppo di nomadi canta e balla mentre lavora. Azucena, madre di Manrico, interroga una dolorosa visione e intona un canto che rievoca il rogo in cui sua madre era stata uccisa (Stride la vampa). Rimasta sola con Manrico, gli racconta come, anni prima, aveva rapito il figlio del Conte per vendicare sua madre, ma, sconvolta dalla visione della morte, aveva scambiato il bambino rapito con il proprio figlio, finendo per sacrificare quest’ultimo per errore. Manrico, sconvolto, chiede alla madre la verità sulla sua identità, ma Azucena si rimangia quanto detto, attribuendo tutto a un incubo. Ricorda a Manrico di avergli sempre fatto da madre e di averlo curato dopo la battaglia di Pelilla, dove era stato creduto morto.
Manrico racconta come, durante un precedente scontro con il Conte, fosse stato sul punto di ucciderlo, ma si fosse trattenuto dopo aver udito una voce divina che gli intimava di risparmiarlo. Azucena lo esorta a non commettere più errori e a vendicarsi. Intanto, Leonora, credendo Manrico morto, decide di ritirarsi in convento. Durante la cerimonia di consacrazione, il Conte tenta di rapirla, ma Manrico interviene appena in tempo, salvandola con l’aiuto dei suoi uomini.
Atto Terzo
Le truppe del Conte di Luna si accampano vicino alla fortezza di Castellor, dove Manrico è asserragliato. Una vecchia gitana viene catturata nei dintorni e portata al Conte: è Azucena, che cerca il figlio. Ferrando la riconosce come la donna che aveva rapito e ucciso il fratello del Conte. Azucena, in un momento di disperazione, rivela di essere la madre di Manrico. Il Conte, felice di aver trovato un modo per vendicarsi, ordina la sua esecuzione.
Nel castello, Manrico e Leonora si preparano a un matrimonio segreto, ma la notizia della cattura di Azucena li sconvolge. Manrico corre a salvarla.
Atto Quarto
Il tentativo di Manrico fallisce, e lui stesso viene catturato insieme ad Azucena. Madre e figlio attendono l’alba, quando verranno giustiziati. Leonora, disperata, implora il Conte di risparmiare Manrico, offrendo se stessa in cambio. Tuttavia, ha già deciso di suicidarsi piuttosto che cedere. Beve un veleno nascosto in un anello e porta la notizia della liberazione a Manrico. Quando lui scopre il prezzo della sua libertà, rifiuta di fuggire, ma Leonora gli rivela la sua scelta estrema. Il Conte scopre l’inganno e, furioso, ordina l’esecuzione di Manrico.
Azucena, risvegliata, assiste impotente alla morte del figlio. Prima di morire, rivela al Conte la verità: Manrico era suo fratello. Il Conte, sconvolto dall’aver ucciso il proprio sangue, è sopraffatto dal rimorso, mentre Azucena esclama trionfante: «Sei vendicata, o madre!».
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