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BORIS GODUNOV di Modest Petrovič Musorgskij   -   Trama, Libretto, Opera completa e Personaggi

Boris Godunov è un'opera lirica di Modest Petrovič Musorgskij, su libretto proprio, basata sul dramma omonimo di Aleksandr Sergeevič Puškin e sulla Storia dello Stato Russo di Nikolaj Michajlovič Karamzin. Oltre ad essere una pietra miliare della scuola russa ottocentesca, ha influenzato la musica europea di gran parte del Novecento.

 

Scarica il libretto

Personaggi

BORIS GODUNOV (zar) basso
FEODOR (suo figlio) soprano
KSENIJA (sua figlia) soprano
NUTRICE (di Ksenija) contralto
VASILIJ SUJSKIJ (principe bojaro) tenore
ANDREJ ŠELKALOV (segretario della Duma) baritono
PIMEN (monaco e cronachista) basso
GRIGORIJ (novizio, poi il pretendente) tenore
MARINA MNISZEK (figlia di un nobile polacco) mezzosoprano
RANGONI (gesuita) basso
VARLAAM (vagabondo ex-monaco) basso
MISAIL (vagabondo ex-monaco) tenore
OSTESSA mezzosoprano
L’INNOCENTE tenore
GUARDIA basso
UFFICIALE DI POLIZIA basso
MITJUKA (uomo del popolo) baritono
KHRUŠCOV (bojaro) baritono
LAVIZKIJ, CERNIKOVSKIJ (gesuiti) baritoni
UN BOJARO DI CORTE tenore

Bojari, Strel’zy, soldati, guardie, nobili polacchi, ragazze di Sandomir, pellegrini
erranti, popolo di Mosca, monelli, vagabondi

Trama

Prologo
Boris Godunov, impadronitosi della corona imperiale dopo aver fatto assassinare l'erede al trono Dimitri, si rifugia nel monastero di Novodevisi. Nel convento si raccoglie il popolo che viene esortato dalle guardie ad acclamare Boris come sovrano e a manifestare al futuro zar la propria riconoscenza. A Mosca, nella piazza del Cremino, la folla attende il momento solenne dell'incoronazione di Boris. La processione è salutata da una folla in festa al suono delle campane. Il Principe Shuisky, consigliere di Godunov, incita il popolo che acclama entusiasticamente il nuovo zar. Boris, è tormentato e infelice. Mentre nel suo animo si annidano cupi presentimenti, chiede a Dio di benedirlo promette di essere un sovrano giusto e generoso per il popolo russo. Tra le acclamazioni della folla, Boris esce dalla cattedrale e si dirige verso i suoi appartamenti.

Primo Atto
Nella cella del monastero del Miracolo, il monaco Pimen sta scrivendo la cronaca degli eventi gloriosi cui ha assistito e i drammi di cui è stato testimone. Accanto a lui, dorme il novizio Grigorj che, svegliatosi all'improvviso a causa di un incubo, racconta al monaco il suo sogno. Pimen scorge nelle parole del giovane Grigorj le tracce di una enorme ambizione. Per scoraggiarne le inclinazioni alla vanità e al desiderio di gloria, Pimen racconta a Grigorj della misteriosa morte dello zarevich Dimitri, il legittimo erede al trono fatto assassinare da Boris per impadronirsi del potere. Grigorj, saputo che il giovane ucciso avrebbe ora la sua stessa età, resta turbato. Mentre Pimen si allontana per la preghiera, nasce in Grigorj il desiderio di fuggire dal convento e di farsi passare per l'erede al trono. In un'osteria al confine con la Lituania, mentre l'ostessa canta un'allegra canzone, arrivano due frati questuanti, Varlaam e Missail, seguiti da Grigorj che, travestito da contadino, cerca di raggiungere la frontiera. L'ostessa offre ai due monaci del vino. Varlaam, con la bottiglia in mano, canta per lei una canzone popolare. Improvvisamente irrompono le guardie in cerca di Grigorj, contro il quale è stato emesso un editto imperiale. Il giovane tenta con uno stratagemma di dirigere i sospetti su Varlaam, ma questi, riuscendo a leggere il documento in cui sono descritti i connotati di Grigorj, lo smaschera. Grigorj riesce a fuggire facendosi largo con un coltello.

Secondo atto
Xenia, la giovane figlia dello zar, piange la morte del fidanzato, consolata dalla nutrice che canta per lei delle buffe canzoni popolari e dal fratello Feodor che è intento a esaminare le carte dell'immenso impero paterno. Sopraggiunge lo zar che, con parole d'affetto e premura, invita la figlia a raggiungere le compagne e a svagarsi con loro. Quindi, dopo aver esaminato con il figlio la vastità dei suoi domini, Boris medita angosciato che, nonostante abbia uno smisurato potere, la sua anima colpevole non riesce a rasserenarsi. Fa il suo ingresso il Principe Shuisky il quale informa Boris della minacciosa comparsa di un impostore che si fa passare per il giovane Dimitri scampato al massacro e che sta tentando di sollevare il popolo contro di lui. Boris chiede al consigliere di raccontargli ancora una volta i particolari dell'assassinio dello Zarevich. Shuisky inizia la macabra descrizione, Boris però non regge al racconto e, in preda ai rimorsi, crede ad un tratto di vedere il fantasma di Dimitri che lo insegue. Crollato a terra, Boris invoca il perdono di Dio.

Terzo atto
La principessa Marina, circondata dalle sue damigelle, si prepara per la festa che si terrà quella sera. Annoiata e cupida, Marina sogna la gloria e il potere e pensa di sedurre il falso Dimitri, che presto sarà zar, per diventare zarina. Il gesuita Rangoni, suo consigliere spirituale, le chiede di realizzare un progetto ancora più difficile: utilizzare la sua influenza su Dimitri per far rientrare la Russia ortodossa nel cuore della chiesa cattolica. La principessa dapprima rifiuta, poi, spaventata dalle severe parole di Rangoni, si sottomette al volere dell'ambizioso gesuita. Nel giardino del castello, Rangoni ha informato il falso Dimitri, nascosto nel parco, che presto Marina lo raggiungerà e gli confesserà il suo amore. Mentre l'orchestra suona una polacca, Marina esce dal castello accompagnata da un anziano cavaliere: ormai interessata ad un corteggiatore più potente, la principessa rifiuta il vecchio pretendente. Incontrato il falso Dimitri, la donna ha con lui un'accesa conversazione. Non ancora certa delle ambizioni di Grigorj Marina lo allontana con disprezzo, lo provoca. Quando è certa che egli è davvero intenzionato a farsi passare per lo zarevich e ad impadronirsi del trono, ella gli chiede perdono giurandogli amore.

Quarto atto
I contadini insorti aspettano l'arrivo dell'usurpatore Dimitri. Alcuni sono riusciti a catturare il boiardo Chruscev, legatolo ad un albero lo torturano. Entra l'innocente, un povero cencioso che, seduto su una pietra, osserva ogni cosa. Una banda di monelli, dopo averlo schernito, gli ruba la sua unica moneta. Mentre Varlaam e Missail aizzano il popolo già in fermento a sostegno di Dimitri, l'innocente piange le sorti della patria russa e del suo popolo destinato a morire. Nel palazzo del Cremino, si svolge l'assemblea dei boiardi. Si sono riuniti per prendere misure contro il falso Dimitri. Il consigliere Shuisky li informa di aver visto lo zar Boris in preda alle allucinazioni. Nello stesso istante irrompe il sovrano che, sconvolto, sembra voler respingere qualcuno che lo sta perseguitando. Con crudeltà, Shuisky approfitta di un momento di lucidità dello zar Boris per introdurre il monaco Pimen. Il religioso racconta al sovrano la miracolosa guarigione di un pastore cieco avvenuta presso la tomba dello zarevich Dimitri. Non reggendo a quest'ultima rivelazione, dilaniato dall'orribile colpa, Boris si accascia tra le braccia dei boiardi. In un drammatico addio al figlio Feodor, lo zar raccomanda all'erede d'essere giusto con il suo popolo e lo invita a guardarsi dagli intrighi. Poi, udendo le campane suonare a morto, e i monaci intonare una nenia funebre, si accascia al suolo e d esala l’ultimo respiro dopo aver invocato il perdono di Dio.
 

Guarda l'Opera

Salzburg, 1998
Berliner Philharmoniker
Musikalische Leitung: Claudio Abbado
Inszenierung: Herbert Wernicke

Boris - Anatoli Kotscherga
Fjodor - Ruxanda Donose
Schuiski - Philip Langridge
Pimen - Alexander Morosow
Dimitri - Vladimir Galouzine
Marina - Marjana Lipovsek
Rangoni - Sergei Leiferkus

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