Clarinetti Americani
ore 21, Piccolo Teatro Grassi
Tre clarinetti (e un pianoforte) si muovono tra Stati Uniti e Sud America, alternando jazz e samba, curatissimi languori e improvvisazioni allegre
Quattro artisti d’eccezione: i clarinetti Alessandro Carbonare, Primo clarinetto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Perla Cormani e Luca Cipriano accompagnati da Monaldo Braconi, al pianoforte, propongono un viaggio tutto americano alle ore 21 al Piccolo Teatro Grassi.
Un programma articolato che prende le mosse da Francis Poulenc, al quale, all’inizio degli anni Sessanta, Benny Goodman chiese di scrivere una Sonata per clarinetto da eseguire insieme. Il compositore farà in tempo a completare la pagina, nell’estate del 1962, ma non a suonarla, perché morirà il 30 gennaio 1963. Il lavoro verrà tenuto a battesimo, alla Carnegie Hall, da Goodman e da Leonard Bernstein al pianoforte. Nelle intenzioni di Poulenc, questa Sonata avrebbe dovuto far parte di un ciclo di sei pagine per strumenti a ato, rimasto incompiuto.
Quindi George Gershwin, imprescindibile per un credibile racconto su clarinetti americani: della sua Rhapsody in blue ognuno ricorda l’incipit in cui il clarinetto, con un glissando portentoso, cattura subito l’attenzione della platea. I Tre Preludi, invece, nascono per pianoforte solo e sottintendono la voglia, da parte di Gershwin, di imporsi all’attenzione di pubblico e critica non solo come improvvisatore e inventore di melodie, ma anche come autore classico. Da qui, la scelta di scrivere un ciclo di ventiquattro preludi, sull’esempio ineludibile di Chopin. La sera del 4 dicembre 1926, però, Gershwin ne eseguì cinque e soltanto tre di essi furono poi pubblicati: trascritti per tre clarinetti e pianoforte da Luca Cipriano. L’atmosfera generale è blues, con venature latino americane nel primo Preludio, accenti da ninna nanna nel secondo e sfavillanti virtuosismi nell’ultimo. A completare la generosa sortita gershwiniana del programma, Someone to watch over me, uno dei molti celebri song scritti da George su testi del fratello Ira Gershwin (così come I got rhythm): Someone faceva parte del musical Ok, Kay! (1926), e ha il sapore intenso della ballad.
Anche Leonard Bernstein ha contribuito alla creazione di un pubblico trasversale. La Sonata che si ascolta è dedicata al clarinettista David Oppenheim, all’epoca appena ventenne e non ancora famoso. Oppenheim l’avrebbe eseguita a New York nel 1943, ma un anno prima David Glazer e Bernstein l’avevano già presentata a Boston. Si parla di un pezzo giovanile.
Si resta sulla East Coast con Chick Corea che, al di là delle radici italiane orgogliosamente esibite, è autore americano a tutto tondo. Anzi, diremmo panamericano. Nel senso che fonde, nei margini di una cifra personale, suggestioni e istanze derivanti da contesti culturali, geografici e musicali diversi. La Suite costituisce un esempio di scrittura multistrato: vi ricorrono, infatti, allusioni a temi tradizionali ed elaborazioni armoniche in chiave bebop, le une e le altre regolate da una forza ritmica trascinante. Qualcuno parlerebbe di fusion e la cosa va bene, a patto di non scambiare la novità di Corea con certe mode dilaganti.
Da qui all’Argentina, con Alberto Ginastera, il quale rielabora nel breve brano Malambo, nato nel 1940 per pianoforte solo, elementi del folklore locale, ricavandone un racconto in danza che poggia su armonie ardite e, qualche volta, stranianti, e al Brasile con i Brazilian Tales, firmati Ernesto Nazareth, Hermeto Pascoal, detto “lo stregone”, e da Egberto Gismonti. La Fantasia per tre clarinetti si impernia su una forma inequivocabile: il choro (si legge “sciòro”), ossia “l’essenza dell’anima musicale brasiliana”, secondo Villa-Lobos, antesignano del samba e della bossa nova.
Il concerto sarà preceduto da una breve introduzione di Gaia Varon.
Il testo si avvale del contributo musicologico di Stefano Valanzuolo.
Programma
Francis Poulenc (1899-1963)
Sonata per clarinetto e pianoforte
George Gershwin (1898-1937)
Three Preludes (trascrizione di Luca Cipriano)
Leonard Bernstein (1918-1990)
Sonata per clarinetto e pianoforte
Chick Corea (1941)
Jazz Suite per tre clarinetti
Alberto Ginastera (1916-1983)
Malambo op. 7
George Gershwin
Suite su temi da Rhapsody in Blue – Someone to Watch over Me – I got Rhythm
Ernesto Nazareth (1863-1934) / Hermeto Pascoal (1936) / Egberto Gismonti (1947)
Brazilian Tales (fantasia samba-bossa su tre choros brasiliani)
(trascrizione per tre clarinetti e pianoforte di Luca Cipriano)
Alessandro Carbonare, clarinetto
Perla Cormani, clarinetto
Luca Cipriano, clarinetto
Monaldo Braconi, pianoforte
BIOGRAFIE
Primo clarinetto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dal 2003, Alessandro Carbonare ha vissuto a lungo a Parigi, dove per 15 anni ha ricoperto il ruolo di primo clarinetto solista dell’Orchestre National de France. Ha collaborato anche con la Filarmonica di Berlino. SI è imposto nei più importanti concorsi internazionali e ha vinto due Diapason d’Or. Appassionato cultore della musica da camera, è da sempre membro del Quintetto Bibiena. Guest Professor alla Juilliard School di New York e al Royal College of Music di Londra, ha fatto parte delle giurie di tutti i più importanti concorsi internazionali dedicati al suo strumento. Su personale invito di Claudio Abbado ora occupa il posto di primo clarinetto nell’Orchestra del Festival di Lucerna e nell’Orchestra Mozart. Da sempre attratto non solo dalla musica classica, Alessandro Carbonare si è esibito con Paquito D’Riveira, Stefano Bollani, Michel Portal e Luis Sclavis. Da alcuni anni suona con il pianista jazz Enrico Pieranunzi.
Perla Cormani si è diplomata e laureata in clarinetto con il massimo dei voti e la lode al Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Collabora con diverse orchestre ed ensemble: Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Parco della Musica Contemporanea Ensemble, Roma Sinfonietta, Orchestra Filarmonica di Roma, Ready Made Ensemble di Roma, Nuova Orchestra A. Scarlatti di Napoli, Orchestra del Conservatorio Santa Cecilia di Roma, Orchestra giovanile “Uto Ughi” per Roma, Orchestra Sinfonica dell’International Chamber Ensemble Roma, Orchestra Giovanile “G. Petrassi” di Zagarolo, e si è esibita spesso in prestigiose sale quali la Sala Santa Cecilia e la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica in Roma, l’Aula Magna della Sapienza (IUC), l’Auditorium della Rai di Napoli, l’Auditorium della Conciliazione di Roma. Ha collaborato con direttori del calibro di Antonio Pappano, George Pehlivanian, Ennio Morricone, Lior Shambadal, Kenneth Kiesler, Marco Angius, Tonino Battista, Stefano Mastrangelo, Flavio Emilio Scogna, Bruno Campanella, Bruno Aprea, Francesco Carotenuto.
Luca Cipriano si è diplomato e laureato in clarinetto col massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio di Musica Santa Cecilia di Roma, sotto la guida di Gaetano Russo. È membro dell’Orchestra Roma Sinfonietta, nella quale ricopre il ruolo di primo clarinetto, del Parco della Musica Contemporanea Ensemble e della Nuova Orchestra Scarlatti, istituzioni con le quali si è esibito anche come solista e con le quali svolge un’intensa attività concertistica sia in Italia che all’estero. È attivo anche in campo jazzistico, attività focalizzata sulla commistione con altri generi musicali, principalmente nell’ambito del progetto in duo con il pianista Lucio Perotti: improvvisazioni aperte su Bach, Fauré, Skrjabin, musiche di autori quali Charlie Parker, John Coltrane, Thelonius Monk, oltre al repertorio originale per clarinetto e pianoforte, con particolare attenzione alle composizioni di autori contemporanei.
Monaldo Braconi è nato a Roma dove ha studiato presso il Conservatorio; si è poi perfezionato con Massimiliano Damerini, Oleg Malov, Riccardo Brengola, Sergio Perticaroli e Felix Ayo. Svolge attività solistica e cameristica esibendosi in prestigiose stagioni nazionali e internazionali. Si è recentemente esibito nel Secondo Concerto per pianoforte e orchestra di Rachmaninov con la Sophia Symphonic diretta da Ljubka Biagioni presso il Tiroler Festspiele di Erl. È maestro collaboratore presso i corsi dell’Accademia Musicale Chigiana di Siena e presso i corsi di Alto Perfezionamento dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, nelle classi di Massimo Paris, Giovanni Sollima e Alessandro Carbonare. Dal 1998 ha collaborato con l’Orchestra di Santa Cecilia sotto la direzione di Chung, Pappano, Eötvös, Maazel, Valčuha, Iurowski, Orozco, e con il Coro di Santa Cecilia, sotto la direzione di Bressan, Gabbiani, Balatsch e Visco. Collabora con importanti ensemble tra cui I Percussionisti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il PianoFortissimoPercussionEnsemble, i Solisti della Scala e il Quartetto della Scala. Tra le ultime registrazioni troviamo un dvd del 2015 dal titolo Playing Portraits registrato presso il Museo di Arte Contemporanea di Roma, su musiche del Novecento. È docente di pianoforte presso il Conservatorio di Campobasso.
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