Attila di Verdi il 17 e il 20 aprile 2013
Il Requiem di Verdi ha lasciato tutti a bocca aperta, grandioso dispiegamento di forze, grande musica grandi passioni, e ora subito un'altra avventura sempre nel segno di Verdi: L'ATTILA.
Sempre in caccia di testi consoni ad un adattamento librettistico, Verdi rimase entusiasta fin dalla prima lettura del dramma di Zacharias Werner "Attila, Konig der Hunnen". Nei cinque atti di questa pièce d'argomento storico, Werner cantava le glorie degli antichi popoli d'Europa Centrale e la loro superiorità sule genti del sud. Accorti uomini di teatro, Verdi e i suoi librettisti, Piave e Solera, s'avvidero tuttavia che il messaggio di Werner poteva essere modificato senza che la drammaturgia del lavoro ne soffrisse.
Il significato di Attila fu così capovolto e la figura del barbaro venne ricondotta nel solco tradizionale del tiranno sanguinario soprannominato dalle vittime "il flagello di Dio".
I cinque atti di Werner sono divenuti tre più un prologo e i 24 personaggi creati da Werner sono ridotti nell'opera a sei soltanto. Molte scene sono state rivisitate, in particolare la scena in cui i sopravvissuti sbarcano in laguna per fondarvi Venezia, non ha corrispondenza nel testo originale. Si trattò solo di una mossa astuta di public relations degli autori per ingraziarsi il pubblico veneziano.
Dal punto di vista politico l'intenzione di Werner di manifestare l'importanza del fato nella storia umana, viene raccolto e trasformato dalla squadra verdiana in un'ottica intensamente patriottica, capace di far scattare nel pubblico gli stesi sentimenti d'identificazione con gli oppressi già sollecitati in Nabucco e Lombardi. Gli Unni, a differenza di quanto accade in Werner, vengono presentati nel libretto nella chiave tradizionale d'invasori brutali onde sottolineare il parallelismo con le giubbe bianche austroungariche. Malgrado questo progetto propagandistico non fosse così celato, la censura asburgica non lavoro di forbice sul libretto, cosa che invece farà in abbondanza, quasi a compensare, con il Rigoletto.
Perchè la vicenda potesse sprigionare tutta la sua energia drammatica occorreva dar vita ad una produzione di alto livello, a partire dalla compagnia di canto.
Attila, il Flagello di Dio. Tratto dal Solera dalla tragedia di Zacharias Werner. Dice l’Autore: “Li amici miei vogliono che questa sia la migliore delle mie opere; il pubblico questiona; io dico che non è inferiore a nessuna delle altre mie. Il tempo deciderà”
Attila un'opera tribale, barbara, ma molto, molto rock, fatevi conquistare!
La squadra che scenderà in campo è la seguente:
Attila, Alessio Magnaguagno
Odabella, Fausta Ciceroni
Ezio, Mario Tavolacci
Foresto, Nunzio Fazzini
Papa Leone, Carlo Alberto Gioja
Uldino, Daniele Antonelli
Direttore M° Marco Boido
Regia: Mary Ferrara
Coro: Mirabiles Cantores
Orchestra: Eptafon
Scene: Anna Maria Recchia
Introdurrà l'Opera la dott.ssa Gabriella Minarini dell'Atelier della Voce di Firenze.
Per maggiori informazioni:
www.alfamc.it
Teatro Don Bosco di Cinecittà in Roma
via publio valerio 63 - info line 3349516109