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"La Ciociara" di Moravia diventa un'Opera Lirica |
06/12/2012 |
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SAN FRANCISCO - La Ciociara atto terzo. Dopo il romanzo di Alberto Moravia (1957), il film premio Oscar di Vittorio De Sica con Sofia Loren (1960), ora la storia tutta italiana di Cesira e di un paese diviso fra l’orrore dell’occupazione nazista e la speranza della liberazione diventa un’opera lirica. A promuovere l’evento culturale, di portata mondiale, è l’Opera house di San Francisco che da alcuni anni si distingue per la committenza di nuove opere: nel 2011, in occasione del decennale dell’abbattimento delle Torri gemelle, ha prodotto “Heart of a soldier”, lavoro ispirato a un eroe dell’11 settembre.
Per questa nuova produzione, il teatro americano, però, guarda soprattutto all'Italia: la musica sarà firmata dal compositore milanese Marco Tutino; il libretto sarà dello stesso Tutino e di Fabio Ceresa su sceneggiatura di Luca Rossi (previo accordo con lo studio legale Cau Morandi Minutillo Turtur). Sul podio della prima, nel giugno 2015, ci sarà il maestro toscano Nicola Luisotti che, da direttore musicale del teatro americano, ha suggerito il soggetto per la nuova produzione, frutto di una collaborazione con il compositore milanese: <Quando con il direttore generale dell'Opera house, David Gockley, ci siamo domandati quale potesse essere un titolo operistico che ancora mancasse al repertorio internazionale - spiega Luisotti - mi sono accorto che, dai romanzi degli ultimi cento anni, all'appello mancava "La Ciociara" di Moravia. In sé racchiude tutti gli elementi necessari all'opera. In particolare, ha un cattivo potente: la guerra, la miseria>. Nel libretto, questo grande cattivo verrà identificato con un personaggio e alla fine si compirà quel meccanismo perfetto della lirica che George Bernard Shaw sintetizzava con un aforisma: :<L'opera è quella rappresentazione nella quale il tenore cerca di portarsi a letto il soprano, ma c'è sempre un baritono che glielo vuole impedire>. A far sì che tutto funzioni alla perfezione dovrà essere Marco Tutino che - come ricorda anche nelle proprie note biografiche - è onorato di accettare questo incarico, visto che è la prima volta dai tempi di Giacomo Puccini che un importante teatro americano torna a rivolgersi a un musicista italiano per comporre un'opera. <In questa occasione - sottolinea il maestro Tutino - mi è stato chiesto di scrivere un'opera tipicamente italiana nello stile e nel drammaturgia e dunque cercherò di confrontarmi con la nostra grande tradizione>. |
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