News | anno 2019
Don Giovanni al Teatro dell'Opera di Roma
lunedì 23
set
2019
Dopo il Così fan tutte del gennaio 2017 e le Nozze di Figaro dell’ottobre 2018, Graham Vick conclude la trilogia Mozart/Da Ponte con il nuovo allestimento del Don Giovanni, diretto da Jérémie Rhorer al suo debutto al Costanzi, scene di Samal Blak, costumi di Anna Bonomelli e luci di Giuseppe Di Iorio.
Il “dramma giocoso” di Mozart e Da Ponte è senza dubbio un’opera il cui valore trascende le epoche ed è in grado di dialogare con la contemporaneità, nella sua stessa scelta di fondere al suo interno registri poetici diversissimi facendo coabitare il linguaggio del teatro buffo accanto a quello serio.
Mozart in quest’opera ha dovuto affrontare un soggetto per metà comico e per metà tragico, con personaggi che continuamente incrociano ora l’uno ora l’altro genere. La perfezione di questa doppia natura, fra musica e parola, fra tragedia e commedia, fra mito e realtà, rende Don Giovanni un’opera inafferrabile, e proprio per questo leggibile da punti di vista anche apparentemente inconciliabili: ogni volta che il cavaliere libertino arriva sulla scena, la sua fisionomia può trasformarsi sino ad essere irriconoscibile, tanta è l’ambiguità della musica di Mozart. Ogni epoca continuerà sempre a leggere nel Don Giovanni la propria cifra, così come accade per tutte le grandi creazioni in cui le ragioni della vita e della morte si incrociano e si sfidano.
Il “dramma giocoso” di Mozart e Da Ponte è senza dubbio un’opera il cui valore trascende le epoche ed è in grado di dialogare con la contemporaneità, nella sua stessa scelta di fondere al suo interno registri poetici diversissimi facendo coabitare il linguaggio del teatro buffo accanto a quello serio.
Mozart in quest’opera ha dovuto affrontare un soggetto per metà comico e per metà tragico, con personaggi che continuamente incrociano ora l’uno ora l’altro genere. La perfezione di questa doppia natura, fra musica e parola, fra tragedia e commedia, fra mito e realtà, rende Don Giovanni un’opera inafferrabile, e proprio per questo leggibile da punti di vista anche apparentemente inconciliabili: ogni volta che il cavaliere libertino arriva sulla scena, la sua fisionomia può trasformarsi sino ad essere irriconoscibile, tanta è l’ambiguità della musica di Mozart. Ogni epoca continuerà sempre a leggere nel Don Giovanni la propria cifra, così come accade per tutte le grandi creazioni in cui le ragioni della vita e della morte si incrociano e si sfidano.
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