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News    |    anno 2019

MITO 2019 Milano – I concerti di venerdì 6 settembre

mercoledì 21
ago 2019
Alla scoperta di tesori e mondiNuovi, come quello delle Americhe, che venerdì 6 settembre alle ore 21 al Piccolo Teatro Grassi prenderanno vita sotto forma di tre clarinetti e un pianoforte. Passati, come quello della città di Lipsia, centro di artisti che hanno segnato la storia musicale e non solo lungo i secoli, protagonista alle ore 21 al Piccolo Teatro Grassi. Perduti, come quello che ci svela la pergamena nota come Il Codice Franco/Cipriota di Torino, conservata presso la Biblioteca Nazionale, i cui tesori verranno portati alla luce sul palco dello Spazio Teatro 89.
 
Lipsia
ore 17, Basilica di San Vincenzo in Prato

Protagonista una città, testimone, lungo il corso dei secoli, di grandi artisti che hanno fatto la storia della musica classica: da Bach a Karg-Elert

Destinazione: Lipsia. Venerdì 6 settembre, alle ore 17, nella Basilica di San Vincenzo in Prato, l’organista Giulio Mercati eseguirà un viaggio temporale che ruota tutto intorno alla città tedesca.

Nonostante l’intensa attività musicale, soprattutto liturgica, Lipsia rimase, fino all’Ottocento, una provincia nascosta, rispetto alle capitali culturali europee. I semi del suo prestigio si nascondono nel periodo durante il quale Johann Sebastian Bach – suoi i brani in apertura di programma con Preludio e fuga in do maggiore BWV 531 (dall'"Autografo di Lipsia"), An Wasserflüssen Babylon BWV 653 e il Preludio e fuga in la minore BWV 543 – occupò le cariche di Thomaskantor e Director musices, dal 1723 alla morte.

La riscoperta della figura e dell’opera di Bach, all’inizio dell’Ottocento, soprattutto da parte dei protagonisti più influenti del tempo, Felix Mendelssohn-Bartholdy in primo luogo – di cui si potrà ascoltare la Sonata in do minore op. 65 n. 2 – trasformarono Lipsia in un centro di prima importanza. I ruoli musicali della città diventarono allora ambìti, sempre coperti da artisti famosi, come Max Reger, docente di composizione del Conservatorio e direttore musicale dell’Università dal 1907 alla morte – di cui Mercati interpreta la Canzone op. 63 n. 3  e l’Introduzione e passacaglia in re minore – e Sigfrid Karg-Elert, successore di Reger in Conservatorio dal 1919. Suoi i brani Schmücke dich, o liebe Seele op. 65 n. 51 e Nun danket alle Gott (Marche triomphale) op. 65 n. 59 che chiuderanno il concerto.

Completano il programma due composizione di Johann Ludwig Krebs, allievo della Thomasschule di Lipsia dal 1726, discepolo devoto di Bach e cembalista del Collegium musicum guidato dal Kantor: la Fantasia a gusto italiano, omaggio alla scrittura di Albinoni, Marcello e Vivaldi, e il corale Wie schön leuchtet der Morgenstern, uno dei più belli dei 35 rimasti.

Il concerto sarà preceduto da una breve introduzione di Gaia Varon.
Il testo si avvale del contributo musicologico di Giulio Mercati.

Programma
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Preludio e fuga in do maggiore BWV 531 (dall'"Autografo di Lipsia")
An Wasserflüssen Babylon BWV 653
Preludio e fuga in la minore BWV 543

Johann Ludwig Krebs (1713-1780)
Fantasia a gusto italiano
Wie schön leuchtet der Morgenstern

Felix Mendelssohn-Bartholdy (1809-1847)
Sonata in do minore op. 65 n. 2

Max Reger (1873-1916)
Canzone op. 63 n. 3
Introduzione e passacaglia in re minore

Sigfrid Karg-Elert (1877-1933)
Schmücke dich, o liebe Seele op. 65 n. 51
Nun danket alle Gott (Marche triomphale) op. 65 n. 59

Giulio Mercati, organo

BIOGRAFIA
Nato a Saronno, Giulio Mercati si è perfezionato in organo, composizione e clavicembalo. È richiesto e stimato a livello internazionale: come solista all’organo o al clavicembalo si è esibito in oltre venti paesi nel mondo, toccando le sale concertistiche più prestigiose e le Cattedrali più importanti. È organista titolare presso la Basilica Prepositurale di San Vincenzo in Prato a Milano, la Chiesa di Santa Maria degli Angioli a Lugano e il Santuario della Beata Vergine dei Miracoli a Saronno. È compositore attivo soprattutto nel campo organistico e corale. È musicologo e vanta numerose direzioni artistiche di rassegne prestigiose, in Italia, Svizzera e Spagna. È docente di Storia della Musica Sacra presso la Facoltà di Teologia di Lugano.

 
Clarinetti Americani
ore 21, Piccolo Teatro Grassi

Tre clarinetti (e un pianoforte) si muovono tra Stati Uniti e Sud America, alternando jazz e samba, curatissimi languori e improvvisazioni allegre

Quattro artisti d’eccezione: i clarinetti Alessandro Carbonare, Primo clarinetto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Perla Cormani Luca Cipriano accompagnati da Monaldo Braconi, al pianoforte, propongono un viaggio tutto americano alle ore 21 al Piccolo Teatro Grassi.

Un programma articolato che prende le mosse da Francis Poulenc, al quale, all’inizio degli anni Sessanta, Benny Goodman chiese di scrivere una Sonata per clarinetto da eseguire insieme. Il compositore farà in tempo a completare la pagina, nell’estate del 1962, ma non a suonarla, perché morirà il 30 gennaio 1963. Il lavoro verrà tenuto a battesimo, alla Carnegie Hall, da Goodman e da Leonard Bernstein al pianoforte. Nelle intenzioni di Poulenc, questa Sonata avrebbe dovuto far parte di un ciclo di sei pagine per strumenti a ato, rimasto incompiuto.

Quindi George Gershwin, imprescindibile per un credibile racconto su clarinetti americani: della sua Rhapsody in blue ognuno ricorda l’incipit in cui il clarinetto, con un glissando portentoso, cattura subito l’attenzione della platea. I Tre Preludi, invece, nascono per pianoforte solo e sottintendono la voglia, da parte di Gershwin, di imporsi all’attenzione di pubblico e critica non solo come improvvisatore e inventore di melodie, ma anche come autore classico. Da qui, la scelta di scrivere un ciclo di ventiquattro preludi, sull’esempio ineludibile di Chopin. La sera del 4 dicembre 1926, però, Gershwin ne eseguì cinque e soltanto tre di essi furono poi pubblicati: trascritti per tre clarinetti e pianoforte da Luca Cipriano. L’atmosfera generale è blues, con venature latino americane nel primo Preludio, accenti da ninna nanna nel secondo e sfavillanti virtuosismi nell’ultimo. A completare la generosa sortita gershwiniana del programma, Someone to watch over me, uno dei molti celebri song scritti da George su testi del fratello Ira Gershwin (così come I got rhythm): Someone faceva parte del musical Ok, Kay! (1926), e ha il sapore intenso della ballad.

Anche Leonard Bernstein ha contribuito alla creazione di un pubblico trasversale. La Sonata che si ascolta è dedicata al clarinettista David Oppenheim, all’epoca appena ventenne e non ancora famoso. Oppenheim l’avrebbe eseguita a New York nel 1943, ma un anno prima David Glazer e Bernstein l’avevano già presentata a Boston. Si parla di un pezzo giovanile.

Si resta sulla East Coast con Chick Corea che, al di là delle radici italiane orgogliosamente esibite, è autore americano a tutto tondo. Anzi, diremmo panamericano. Nel senso che fonde, nei margini di una cifra personale, suggestioni e istanze derivanti da contesti culturali, geografici e musicali diversi. La Suite costituisce un esempio di scrittura multistrato: vi ricorrono, infatti, allusioni a temi tradizionali ed elaborazioni armoniche in chiave bebop, le une e le altre regolate da una forza ritmica trascinante. Qualcuno parlerebbe di fusion e la cosa va bene, a patto di non scambiare la novità di Corea con certe mode dilaganti.

Da qui all’Argentina, con Alberto Ginastera, il quale rielabora nel breve brano Malambo, nato nel 1940 per pianoforte solo, elementi del folklore locale, ricavandone un racconto in danza che poggia su armonie ardite e, qualche volta, stranianti, e al Brasile con i Brazilian Tales, firmati Ernesto NazarethHermeto Pascoal, detto “lo stregone”, e da Egberto Gismonti. La Fantasia per tre clarinetti si impernia su una forma inequivocabile: il choro (si legge “sciòro”), ossia “l’essenza dell’anima musicale brasiliana”, secondo Villa-Lobos, antesignano del samba e della bossa nova.

Il concerto sarà preceduto da una breve introduzione di Gaia Varon.
Il testo si avvale del contributo musicologico di Stefano Valanzuolo.

Programma
Francis Poulenc (1899-1963)
Sonata per clarinetto e pianoforte

George Gershwin (1898-1937)
Three Preludes (trascrizione di Luca Cipriano)

Leonard Bernstein (1918-1990)
Sonata per clarinetto e pianoforte

Chick Corea (1941)
Jazz Suite per tre clarinetti

Alberto Ginastera (1916-1983)
Malambo op. 7

George Gershwin
Suite su temi da Rhapsody in Blue – Someone to Watch over Me – I got Rhythm

Ernesto Nazareth (1863-1934) / Hermeto Pascoal (1936) / Egberto Gismonti (1947)
Brazilian Tales (fantasia samba-bossa su tre choros brasiliani)
(trascrizione per tre clarinetti e pianoforte di Luca Cipriano)

Alessandro Carbonare, clarinetto
Perla Cormani, clarinetto
Luca Cipriano, clarinetto
Monaldo Braconi, pianoforte

BIOGRAFIE
Primo clarinetto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dal 2003, Alessandro Carbonare ha vissuto a lungo a Parigi, dove per 15 anni ha ricoperto il ruolo di primo clarinetto solista dell’Orchestre National de France. Ha collaborato anche con la Filarmonica di Berlino. SI è imposto nei più importanti concorsi internazionali e ha vinto due Diapason d’Or. Appassionato cultore della musica da camera, è da sempre membro del Quintetto Bibiena. Guest Professor alla Juilliard School di New York e al Royal College of Music di Londra, ha fatto parte delle giurie di tutti i più importanti concorsi internazionali dedicati al suo strumento. Su personale invito di Claudio Abbado ora occupa il posto di primo clarinetto nell’Orchestra del Festival di Lucerna e nell’Orchestra Mozart. Da sempre attratto non solo dalla musica classica, Alessandro Carbonare si è esibito con Paquito D’Riveira, Stefano Bollani, Michel Portal e Luis Sclavis. Da alcuni anni suona con il pianista jazz Enrico Pieranunzi.

Perla Cormani si è diplomata e laureata in clarinetto con il massimo dei voti e la lode al Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Collabora con diverse orchestre ed ensemble: Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Parco della Musica Contemporanea Ensemble, Roma Sinfonietta, Orchestra Filarmonica di Roma, Ready Made Ensemble di Roma, Nuova Orchestra A. Scarlatti di Napoli, Orchestra del Conservatorio Santa Cecilia di Roma, Orchestra giovanile “Uto Ughi” per Roma, Orchestra Sinfonica dell’International Chamber Ensemble Roma, Orchestra Giovanile “G. Petrassi” di Zagarolo, e si è esibita spesso in prestigiose sale quali la Sala Santa Cecilia e la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica in Roma, l’Aula Magna della Sapienza (IUC), l’Auditorium della Rai di Napoli, l’Auditorium della Conciliazione di Roma. Ha collaborato con direttori del calibro di Antonio Pappano, George Pehlivanian, Ennio Morricone, Lior Shambadal, Kenneth Kiesler, Marco Angius, Tonino Battista, Stefano Mastrangelo, Flavio Emilio Scogna, Bruno Campanella, Bruno Aprea, Francesco Carotenuto.

Luca Cipriano si è diplomato e laureato in clarinetto col massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio di Musica Santa Cecilia di Roma, sotto la guida di Gaetano Russo. È membro dell’Orchestra Roma Sinfonietta, nella quale ricopre il ruolo di primo clarinetto, del Parco della Musica Contemporanea Ensemble e della Nuova Orchestra Scarlatti, istituzioni con le quali si è esibito anche come solista e con le quali svolge un’intensa attività concertistica sia in Italia che all’estero. È attivo anche in campo jazzistico, attività focalizzata sulla commistione con altri generi musicali, principalmente nell’ambito del progetto in duo con il pianista Lucio Perotti: improvvisazioni aperte su Bach, Fauré, Skrjabin, musiche di autori quali Charlie Parker, John Coltrane, Thelonius Monk, oltre al repertorio originale per clarinetto e pianoforte, con particolare attenzione alle composizioni di autori contemporanei.

Monaldo Braconi è nato a Roma dove ha studiato presso il Conservatorio; si è poi perfezionato con Massimiliano Damerini, Oleg Malov, Riccardo Brengola, Sergio Perticaroli e Felix Ayo. Svolge attività solistica e cameristica esibendosi in prestigiose stagioni nazionali e internazionali. Si è recentemente esibito nel Secondo Concerto per pianoforte e orchestra di Rachmaninov con la Sophia Symphonic diretta da Ljubka Biagioni presso il Tiroler Festspiele di Erl. È maestro collaboratore presso i corsi dell’Accademia Musicale Chigiana di Siena e presso i corsi di Alto Perfezionamento dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, nelle classi di Massimo Paris, Giovanni Sollima e Alessandro Carbonare. Dal 1998 ha collaborato con l’Orchestra di Santa Cecilia sotto la direzione di Chung, Pappano, Eötvös, Maazel, Valčuha, Iurowski, Orozco, e con il Coro di Santa Cecilia, sotto la direzione di Bressan, Gabbiani, Balatsch e Visco. Collabora con importanti ensemble tra cui I Percussionisti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il PianoFortissimoPercussionEnsemble, i Solisti della Scala e il Quartetto della Scala. Tra le ultime registrazioni troviamo un dvd del 2015 dal titolo Playing Portraits registrato presso il Museo di Arte Contemporanea di Roma, su musiche del Novecento. È docente di pianoforte presso il Conservatorio di Campobasso.

 
Il Codice Franco/Cipriota di Torino
ore 21, Spazio Teatro 89

Un codice suggestivo, che riporta a suoni antichi e storie del passato

L’Ensemble di musica medioevale della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado di Milano – 2019diretto da Claudia Caffagni sarà protagonista venerdì 6 settembre alle ore 21 presso lo Spazio Teatro 89 di un concerto che si fa rivelazione.

All’inizio del 1400 un gruppo di compositori francesi approdò a Cipro al seguito di Carlotta di Borbone e compose una ricca serie di brani. La pergamena che li conteneva poi viaggiò, transitò da Chambery e alla fine arrivò a Torino, dove ancora oggi la si conserva presso la Biblioteca Nazionale. Il programma porta alla scoperta di alcuni dei suoi tesori.

Un manoscritto contenente musica composta nel periodo e nello stile della cosiddetta Ars subitilior, espressione che indica contemporaneamente un periodo, un repertorio e un contesto tecnico e stilistico che si sviluppa nel corso di alcuni decenni tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo, come fase specifica e peculiare della più ampia esperienza dell’Ars nova. Un questo repertorio, nato, eseguito e tramandato all’interno di cerchie ristrette operanti presso un limitato numero di cappelle papali e nobiliari. Sono gli anni del Grande Scisma, durante i quali la Chiesa latina è sconvolta da scontri che vedono fronteggiarsi fino a tre papi e antipapi contemporaneamente.

Nel quadro di questa eccezionale e irripetibile vicenda, si sviluppò un’arte musicale di eccezionale virtuosismo tecnico Gli autori sembrano ingaggiare una competizione senza freni nell’esplorazione ardita dell’ars, intesa al massimo grado come capacità tecnica.

La più ampia raccolta di musica dell’Ars subtilior oggi conosciuta si trova nel cosiddetto codice di Cipro, un manoscritto conservato a Torino (Biblioteca Nazionale, J.II.9) probabilmente perché facente parte dei beni dotali di Annadi Lusignano, andata sposa a Ludovico di Savoia nel 1433. Anna era figlia di Giano II di Lusignano, re di Cipro, Gerusalemme e Armenia, presso la cui corte dovrebbe essere stato compilato negli anni 1414-1420. L’eccezionale manufatto comprende oltre 330 brani musicali.

Il programma propone quindici composizioni scelte tra i quattro generi non liturgici. Per l’ascoltatore odierno, così come per l’esecutore, la sfida è quella di cogliere la dimensione espressiva di una musica che a un primo approccio – e forse anche a un secondo – può apparire soltanto come una fredda dimostrazione di abilità tecnica.

Il concerto sarà preceduto da una breve introduzione di Luigi Marzola.
Il testo si avvale del contributo musicologico di Angelo Rusconi.

Programma
Mottetti, rondeaux e virelai
dal Codice Franco-Cipriota di Torino / 1414-1420
Torino - Biblioteca Nazionale Universitaria MS J.II.9

Ensemble di musica medioevale della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado di Milano - 2019

Daia Anwander, viella, voce – Irene Arámburo, voce
Marco Barbon, voce – Daniela Beltraminelli, voce, viella
Laia Blasco López, voce, liuto – Caterina Chiarcos, voce
Albert Coll Monroy, voce – Ninon Dusollier, flauti
Stefano Maffioletti, voce, organo portativo – Josè Manuel Fernández Bravo, flauti
Eugenio Milanese, viella, voce – Anna Chiara Mugnai, voce
Timothy Nastasi, traversa, voce – Dario Pisasale, liuto – Elisabetta Vanni, voce

Claudia Caffagni liuto e direzione

BIO
L'Ensemble di Musica Medievale della Civica Scuola di Musica “Claudio Abbado” di Milano è il risultato di un progetto didattico che da anni viene portato avanti sotto la guida di Claudia Caffagni. Si tratta di un gruppo di giovani musicisti, provenienti da diverse esperienze musicali, da diversi paesi del mondo, uniti dall'interesse per la ricerca rivolta a un repertorio medievale ancora molto da esplorare. Si è esibito in varie occasioni presso la Fondazione Ugo e Olga Levi onlus di Venezia, per il Festival Grandezze & Meraviglie di Modena, nella stagione dei concerti al Castello Sforzesco, in Duomo nella rassegna “Mese della Musica” con il patrocinio dell’Arcidiocesi di Milano, di Regione Lombardia e Comune di Milano, e all’edizione ‘18 e ‘19 del Festival MiTo.

Claudia Caffagni ha iniziato lo studio del liuto sotto la guida del padre a 13 anni. Ha studiato con Jacob Lindberg –conseguendo il diploma al Royal College of Music di Londra nel 1989 – e con Hopkinson Smith alla Schola Cantorum Basiliensis. Nel 1986 è stata fra le fondatrici dell’ensemble laReverdie, uno dei più importanti gruppi che si dedicano all’interpretazione della musica medievale, con il quale svolge un’intensa attività concertistica e discografica (Arcana), sia in qualità di liutista sia di cantante. Nel 1994 ha conseguito cum laude la Laurea in Architettura presso lo IUAV di Venezia. Dal 1998 tiene regolarmente seminari e masterclass in Italia e all’estero, come specialista del repertorio medioevale. Ha insegnato liuto medievale e Notationskund e presso la Staatliche Hochschule für Musik di Trossingen (2007-2015). Dal 2005 è docente di Musica medievale presso la Civica Scuola di Musica “ClaudioAbbado” di Milano.
 
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