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Le interviste

Intervista a Elisa Turlà

venerdì 26
ago 2011

Nel canto non vi sono mai state certezze.
Per questo la storia della tecnica vocale è sempre stata la ricerca di punti fermi, riferimenti chiari e univoci. Eppure la terminologia del canto è rimasta per lo più astratta e vaga, spesso usata per la descrizione di “immagini”, diverse anche da insegnante a insegnante (quale studente o cantante non ha mai sentito parlare, solo per fare un esempio, di "girare il suono"?).
Ma chi assicura che le "immagini" suggerite per migliorare o collocare il suono nella giusta posizione si disegnino allo stesso modo nella mente di tutti?
Da sempre si parla di respirazione, posizione, appoggio, altezza del suono, risuonatori ecc., ma le “scuole di pensiero” sono diverse e a volte in contrasto.

I tentativi di dare connotazione e base scientifica alla sinergia dei movimenti delle strutture che consentono l'emissione del suono è cosa relativamente recente, eccezion fatta per gli studi di Manuel Garcia figlio (famoso per l'inventore del laringoscopio nel 1855), ancora oggi attuali e ricchi di interesse.
Nel passato i grandi cantanti hanno insegnato poco, e più volte senza la completa coscienza e consapevolezza dei meccanismi che consentivano loro di emettere suoni ricchi di armonici, corposi, filati, squillanti o caldi, morbidi o penetranti.
L' "orecchio", la Musica, il Teatro, la "magia" del corpo che suona se stesso uniti al talento e alle doti vocali naturali fanno la loro parte anche nel risolvere problemi tecnici.
C'è poi stato nel secolo scorso, grazie alle nuove tecnologie che hanno consentito l'osservazione diretta della laringe e di tutte lo strutture collegate (orecchio, lingua, palato molle ecc,) nell'atto di emettere suoni cantati, un rinnovata fioritura di studi per merito del lavoro instancabile di grandi personalità che hanno dedicato gran parte della loro vita allo studio della voce.
Alfred Tomatis, sicuramente il più importante, ha messo al centro del suo lavoro l'orecchio e quindi l'Ascolto.
Gisela Rohmert e il suo "Metodo Funzionale" centrato sul Suono e particolari relazioni con il Profondo.
Jo Estill con" Estill Voicecraft": oltre vent'anni di studi per mettere a punto un metodo, conosciuto ormai a livello mondiale e presente anche nei corsi Universitari, basato sulla conoscenza e l'"addestramento" delle principali strutture fisiche che concorrono alla produzione del suono.
Naturalmente molti altri hanno scritto di voce e di tecnica vocale: tra questi citerei come alta rappresentante degli Insegnanti di Canto Rachele Maragliano Mori con il suo "Coscienza della voce".
 
Parliamo di Estill Voicecraft. E lo facciamo con Elisa Turlà "Certified Course Instructor with Testing Privileges and Service Distinction" prima abilitata in Italia Estill Voicecraft Evts.

Prof.ssa Turlà, perchè ha così tanto successo il Metodo Estill Voicecraft?
Perchè Estill Voicecraft è stato il primo metodo arrivato in Italia basato su un approccio scientifico, dove viene data la priorità alla meccanica della voce prima dello stile.

Noi ci siamo conosciute più di 10 anni fa, e lei già si occupava di questo metodo.
Come ha scoperto gli studi di Jo Estill?

Ero a Milano per completare i miei studi di canto lirico e sono stata invitata dalla mia insegnante a frequentare il primo corso che Jo Estill ha fatto in Italia, nel febbraio del 1994, quindi per puro caso.

Per quanti anni lo ha studiato?
Ho studiato sotto la guida di Jo Estill fino al 2001 ma ho ottenuto la licenza di insegnamento nel 1997.

Come è diventata “Certified Course Instructor with Testing Privileges and Service Distinction?”
La certificazione di CCI con Service Distinction sono state le prime licenze date dalla Prof.ssa Estill tra il '95 e il '97, e originariamente erano state chiamate “Vanguard”. Ha cominciato così ad assegnare le prime certificazioni, dando le relative licenze (undici per la precisione) in tutto il mondo a chi riteneva fosse in grado di rappresentarla pienamente.
Nel '99 oltre alla licenza “Vanguard” mi è stato dato anche l'incarico di Rappresentante per l'Italia.

Jo Estill è stata una cantante lirica, e anche lei lo è. Secondo lei il canto lirico è un ambito privilegiato dell'applicazione del Metodo?
Estill Voicecraft è lo studio della meccanica della voce, perciò offre a tutti un aiuto per il controllo vocale.
Nel canto lirico Jo Estill aveva grande padronanza dello stile e del Repertorio, quindi il mio grande vantaggio è stato vederne l'applicazione diretta.

Può fare un esempio di problematica tipica del cantante lirico nella quale l'Estill Voicecraft è particolarmente utile?
Sicuramente la parte che riguarda l'igiene vocale, il rapporto tra fiato e suono e la capacità di scomporre e controllare gli “ingredienti” che compongono il suono lirico.

 Per scendere nel concreto possiamo tradurre il "girare il suono" prima citato, in "inclinare la laringe" (una delle "figure" obbligatorie del Metodo)?
Si, "girare il suono" a livello meccanico comporta una modificazione della posizione neutra della laringe, quindi un basculamento o inclinazione della cartilagine tiroidea.

L'Estill Voicecraft è un metodo che "cura" e aiuta a risolvere i problemi vocali oppure è utile anche al cantante che possiede una buona tecnica, canta bene e ha la voce "a posto"?
E' utile in ambedue i casi, cura e risolve con esercizi specifici detti “figure obbligatorie” i problemi di emissione e dà maggiore consapevolezza del proprio strumento a chi ne fa già un buon uso.

Ricevo moltissime lettere che mi chiedono del vibrato della voce...cosa dice in proposito ai nostri lettori?
Il vibrato è il risultato di un buon equilibrio tra specifiche posizioni laringee che danno pienezza di armonici e un buon lavoro muscolare senza rigidità. Questo comporta un lungo allenamento e un buon controllo vocale.

Quanto tempo bisogna studiare il metodo Estill Voicecraft prima di avere risultati apprezzabili?
Il tempo di studio è molto soggettivo perchè dipende dal controllo che il cantante ha del proprio strumento e le capacità di variare o cambiare le proprie abitudini, comunque per cominciare ad avere buoni risultati bisogna allenarsi per almeno un anno.

Qual è il risultato più soddisfacente di chi si dedica allo studio del Voicecraft?
La consapevolezza di poter gestire la propria voce, la capacità di auto-correggersi e il controllo della muscolatura.

Quello più immediato?
La comprensione di ciò che avviene "dentro" la voce e il corpo.

Ritiene che Estill Voicecraft possa sostituire la tecnica vocale, quella, per intenderci, fatta di vocalizzi ed esercizi, o piuttosto debba affiancarla?
Sicuramente affiancarla, è come lo studio del pianoforte, l’indipendenza delle dita non assicura che si riesca a suonare bene tutte le scale, ma è un ottimo punto di partenza.

Una delle situazioni più difficili da affrontare per un insegnante è quando ci si trova a dover re-impostare una voce, specie se l'impostazione, non corretta, è radicata nel tempo.
E' possibile in casi come questi modificare alcuni atteggiamenti vocali?

I problemi di una cattiva impostazione creano difficoltà più a livello mentale che vocale, perciò dipende dai cantanti stessi. A volte qualcuno è innamorato della propria voce e non riesce ad abbandonarla...

Secondo lei, un cantante che raggiunge una alta padronanza dello strumento vocale quanto tempo deve studiare al giorno per mantenere la forma vocale?
Di pura tecnica e mantenimento vocale bastano trenta minuti al giorno, poi però c’è tutto lo studio sullo stile e sul repertorio.

E' possibile secondo lei che un cantante lirico possa cantare anche musica "leggera", cioè riesca a passare da una "qualità" vocale ad un'altra mantenendo inalterato l'equilibrio tecnico e senza perdere l'orientamento?
Certamente e non ci sono problemi per l’equilibrio tecnico anche se si può cantare in modo eccellente solo in uno stile.

Oggi il Metodo Estill Voicecraft si rivolge ad una più ampia schiera di professionisti della voce: oltre che a cantanti, attori, doppiatori, direttori di coro, logopedisti...a quale categoria ritiene porti più benefici?
A tutte le categorie ma con l’approfondimento delle peculiarità dell'uso che si fa della voce.

Immagino che la ricerca non si sia fermata. Cosa fa Jo Estill adesso?
Jo adesso ha 87 anni e vive serenamente con sua figlia in California, nel 2003 ha lasciato tutti i diritti alla “Vocal Innovation” che prosegue nella ricerca e nell’organizzazione del metodo.

Qual è il progetto futuro cui sta lavorando Elisa Turlà?
L’applicazione del metodo al repertorio lirico. Perchè ritengo che proprio alla Lirica l'Estill Voicecraft abbia tanto da dare!


Ringrazio molto sentitamente Elisa Turlà, certa che questa intervista susciterà molto interesse specie per chi ha sentito parlare del Metodo Estill Voicecraft ma non ha avuto ancora l'opportunità di sperimentarlo.
 

 
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